“La grattachecca“, un nome curioso per una specialità romana assolutamente da provare.
Il termine grattachecca deriva da grattare e da checca come si chiamavano una volta i grossi blocchi di ghiaccio utilizzati per conservare gli alimenti a mo di frigo.
Non si deve però confondere con la granita che deriva dall’unione di acqua mescolata a sciroppi o succhi e messa a congelare.
La grattachecca invece si ottiene dal ghiaccio vero e proprio tritato.
All’epoca grattando con un raschietto provvisto di una camera vuota posteriore, che consente di accumulare il ghiaccio grattato da un singolo blocco di ghiaccio che poteva essere anche grande un metro.
Quindi alla fine si otteneva il giusto di ghiaccio quantitativo per riempire un bicchiere, a questo ghiaccio si univano succo di frutta o sciroppo.
È sempre stata la bibita rinfrescante per eccellenza nelle estati romane.
Anche se con il passare del tempo la grattachecca è stata rimpiazzata dalla granita.
La si ottiene semplicemente in maniera più moderna utilizzando un tritaghiaccio, una versione moderna insomma.
Ormai la si trova di tutti i gusti dall’amarena, al cocco, al limone, all’orzata, alla menta, all’arancia, al latte di mandorla, ai gusti frutta.
In alcuni chioschi di Roma comunque si può ancora gustare la grattachecca originale.