Secondo i dati distribuiti da Confesercenti, dal mese di gennaio di quest’anno, la Capitale è stata interessata da un ritmo, in media, di due chiusure al giorno. Questi i dati relativi ai primi 8 mesi dell’anno che interessano bar e ristoranti: circa 8 milioni e mezzo di cessazioni attività alla fine di agosto, contro quasi 6 milioni di iscrizioni di nuovi avvii commerciali.
In buona sostanza da gennaio sono circa 417 i posti ad aver chiuso i battenti, oltre 2.000 i bar; anche i servizi collegati, come nel catering ad esempio, si registra un saldo negativo di 112 imprese, comprese quelle attive nelle scuole e negli ospedali.
Anche il turismo alberghiero ha avuto i suoi bassi, seppure in una città come questa che potrebbe ben sopravvivere con il solo
turismo: sono 371 gli alberghi che hanno chiuso quest’anno e che proseguono questo assurdo trend cosiddetto di “desertificazione commerciale” che si sta progressivamente estendendo anche ai negozi d’abbigliamento e non solo. Tornando al campo alimentare, infatti, già l’avvento della grande distribuzione e dei mega centri commerciali aveva portato i suoi effetti.
Intanto in Campidoglio si dibatte sulla crisi di bilancio, con un buco da sanare che ammonta a 870 milioni di euro, per non farsi mancare proprio niente.