E’ questo il piano dell’amministratore delegato, Broggi, per risanare l’azienda senza penalizzare nessuno. Dunque non solo disservizi per i pendolari ma anche bilanci che fanno acqua da tutte le parti, debiti per 744 milioni, otto indagati per ben 49 assunzioni sospette e un 40% di autobus già fermi: non dovrebbero essere propriamente questi i numeri che descrivono un’azienda.
Ecco dunque il piano per il prossimo anno 2014 e i relativi tagli previsti proprio per ottimizzare il servizio, almeno per un anno o 18 mesi circa.
Le tratte troppo lunghe saranno rivisitate, ridimensionate quelle che seguono lo stesso percorso della metro per evitare di replicare i tragitti o fare corse a vuoto, cercando di fornire un servizio comunque migliore al cliente rispettando, allo stesso tempo, le sue esigenze.
Ma c’è anche la situazione inversa: ci sono numeri come il 64 o il 128 che al mattino sono sempre affollate, quindi meglio potenziare il servizio ma tenendo a mente che tutto ciò si farà sempre con risorse che, tuttavia, restano limitate. Un’operazione di riordino, insomma, attraverso una serie di lavori operativi.
In tutto questo l’Atac dovrà rivedere i suoi stipendi d’oro, le cariche dirigenziali e gli oneri amministrativi: una rete urbana di collegamenti dove gli sprechi saranno banditi. Intanto Broggi ha evitato il fallimento, ha mediato per la ristrutturazione del debito – attraverso l’accordo con le quattro banche creditrici – ma i conti non sono tutto.